Che cosa porta un’azienda nata in un piccolo scantinato nel centro di Bologna a diventare una delle realtà più famose del panorama motociclistico?
Come si passa dalla produzione di un piccolo condensatore alla conquista di un palmares di vittorie assolutamente invidiabile? Scopriamo la nascita dell’Azienda grazie all’intuito dei fondatori, i tre fratelli Ducati.
   

Nel 1926, tre giovani fratelli bolognesi, Adriano, Bruno e Marcello Cavalieri Ducati fondano una società che realizza condensatori elettrici. Sulla scia delle invenzioni del famoso concittadino, Guglielmo Marconi, negli anni ‘30, i tre imprenditori danno vita a una grande azienda, che diventa uno dei gioielli dell’industria italiana. Coinvolta suo malgrado nel conflitto, nel 1944 la Ducati viene bombardata e completamente distrutta. A guerra finita, i fratelli Ducati intuendo il cambiamento, per risollevare le sorti dell’azienda iniziano la produzione del Cucciolo.
   
Con il Cucciolo nasce la storia motociclistica di Ducati. Prodotto a partire dal 1946, piccolo e affidabile, è una delle colonne portati della rinascita italiana nel Dopoguerra. Nel 1949 Ducati realizza la sua prima motocicletta completa, la Ducati 60, affiancata da lì a poco da un altro ambizioso progetto: il primo scooter a cambio automatico della storia motociclistica italiana, il Cruiser.
   
Nel 1954 viene assunto alla neonata Ducati Meccanica un uomo che segna indelebilmente la storia delle moto Ducati: l’ingegnere Fabio Taglioni. Ingaggiato con il compito non facile di progettare una moto da corsa che fosse vincente alla sua prima uscita, Taglioni progetta le Gran Sport, prime moto a dominare per tre anni la scena delle competizioni di gran fondo come la Milano-Taranto e il Motogiro d’Italia.
   
Nel 1956 Fabio Taglioni adotta il sistema desmodromico. L’idea prende spunto da una soluzione tecnica risalente a due anni prima, usata da Mercedes sulle sue vittoriose vetture di Formula1 nel 1954 e 1955. Questo particolare sistema di apertura controllata delle valvole senza l’ausilio delle molle di richiamo debutta e vince con la 125 Desmo nel 1956. Da tale data in poi, la tecnologia del Desmo viene sempre lavorata e affinata, fino a diventare una delle colonne portanti della tradizione Ducati.
   
Il Marchio Ducati è indiscutibilmente legato alle gesta di piloti che in sella alla Rossa di Borgo Panigale conquistano vittorie e titoli nelle competizioni internazionali, raggiungendo risultati prestigiosi.
Quattro generazioni di piloti Ducati raccontano le avventure in pista, le straordinarie esperienze con gli altri membri del team e la vita all’interno della grande famiglia Ducati.
   
Nel 1957 due dipendenti, sostenuti dall’azienda, iniziano un viaggio intorno al mondo in sella a due Ducati 175, all’epoca appena nate.
Il tour promozionale, novità assoluta per l’epoca, diviene un’avventura incredibile, che vede Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti percorrere, nell’arco di dodici mesi, oltre 70.000 chilometri in sella alla Ducati.
   
L’avvento di Ducati nel mercato statunitense è un passo fondamentale per il futuro dell’azienda. Vengono sviluppati due significativi progetti: l’Apollo e lo Scrambler. L’Apollo è il primo motoveicolo con il motore con configurazione a “L”, mentre lo Scrambler, inizialmente progettato per il mercato USA, diventa la moto più sognata e ambita dai motociclisti italiani dell’epoca. All’inizio degli anni ‘70, per rispondere all’invasione delle maxi moto nipponiche, Ducati sviluppa le prime bicilindriche della sua storia, la 500 GP e la 750 GT.
   
La 200 Miglia di Imola nel 1972, prima gara per moto da corsa derivate dalla produzione di serie, è l’antesignano di tutti i successi delle bicilindriche Ducati.
Al suo debutto, la 750 Imola, pilotata da Smart e Spaggiari, dimostra la sua incredibile potenza, surclassando le case concorrenti e battendo il mostro sacro dell’epoca, Giacomo Agostini sulla MV Agusta. 
   
Sempre nel corso degli anni ‘70, la Ducati si fregia di uno dei titoli più importanti, il Tourist Trophy all’Isola di Man.
La vittoria sul terribile tracciato cittadino rappresenta in realtà uno degli ultimi grandi successi di Mike Hailwood™, l’indimenticato campione britannico, che inizia già nel 1958 la sua brillante carriera in sella a una Ducati.
   
La necessità di aggiornare la produzione del motore bicilindrico in casa Ducati fa sì che, nel 1979, la configurazione del motore passi dal sistema a coppie coniche a quella con cinghia dentata in gomma, denominato “Pantah“. 
La realizzazione dei primi motoveicoli dotati del nuovo propulsore vede, tra l’altro, l’adozione del nuovo telaio a traliccio.
Il 1986 segna l’avvento del primo progetto di motore quattro valvole, che ha poi contribuito alla nascita della famiglia Superbike.
   
Gli anni ’90 segnano una svolta. L’azienda, forte dei successi conseguiti nei primi anni dalla Superbike, riversa l’esperienza maturata nelle competizioni su due icone della storia Ducati: Monster e 916. L’ultimo decennio del Novecento vede anche la nascita di Ducati Corse, l’egemonia nel campionato Superbike e il debutto nella MotoGp, che conduce Ducati alla conquista del suo primo titolo Mondiale nel 2007 con Casey Stoner.
 
 
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